mercoledì 22 febbraio 2012

Campioni del Mondo

Sono arrivato troppo tardi per ricordarmi Pablito che fa piangere il Brasile o l'urlo di Tardelli al Bernabeu.
Estate 1982, non avevo ancora tre anni.
All'epoca delle due affermazioni consecutive del 1934 e 1938, invece, ci volevano ancora un paio di generazioni per concepirmi.
Per me, quindi, siamo diventati Campioni del Mondo a Berlino nel 2006. E, certo, ricordo la snervante sequenza di rigori contro la Francia. E, certo, ricordo Civoli che esulta dicendo "Il cielo è azzurro sopra Berlino!" - formula troppo costruita, però, per toccare nell'intimo come i tre "Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!" scanditi da Nando Martellini 24 anni prima.
Ma il "mio" Mondiale del 2006 rimarrà per sempre legato al ricordo della semifinale con la Germania. Una partita di sofferenza, e non solo per gli azzurri in campo: io l'ho vista alla tv nell'appartamentino che a quel tempo occupavo in affitto a Torino, dove lavoravo; per l'occasione mi avevano raggiunto da Vicenza mio papà Giancarlo, mia mamma Marina e mio fratello Alessandro.
Il televisore era molto vecchio, e talvolta iniziava a far ballare l'immagine in alto e in basso. Occorreva assestare qualche scapaccione deciso, insistendo su punti ben definiti, perché l'immagine smettesse di oscillare.
Durante quella partita, ci sono volute diverse sberle, spesso in momenti delicatissimi. Gli improperi dei tre maschi davanti alla tv non sono riferibili.
L'ultimo schiaffone al fianco del televisore, l'ho assestato pochi secondi prima di questo calcio d'angolo.
Non sapevo che, di lì a pochissimo, ci avrei rimesso una corda vocale a furia di gridare...


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Vedo questo gol e penso...