mercoledì 16 maggio 2012

Grandi sofferenze per grandi gioie

Ci risiamo. Ancora una volta il Vicenza è in affanno, annaspa con l'acqua alla gola nel finale di una stagione tanto, troppo tribolata, che da gennaio in poi ci ha fatti precipitare verso il baratro della retrocessione.
Che sofferenza, ragazzi...
Uno non può neanche godersi il giorno del proprio matrimonio - e dico del proprio matrimonio - che nel frattempo gli amici ti avvisano via sms per raccontarti di un Vicenza che perde al Menti con la Nocerina. E dico al Menti. E dico con la Nocerina.
Più in basso di così, non si poteva andare, verrebbe da dire.
E invece più in basso si è andati, eccome. E io sono abbastanza cresciuto da poterlo ricordare.
Le ultime domeniche della primavera 1990 furono domeniche di passione e sofferenza come non mai, per il mio cuore di giovanissimo tifoso biancorosso.
Io, che a stento potevo ricordare un Vicenza in serie B, cresciuto in un Menti dove si ritrovavano a giocare squadre palesemente fuori luogo come Derthona, Baracca Lugo, Centese, Montevarchi, vedevo avvicinarsi addirittura il fantasma della serie C2. Ci ritrovavamo a inseguire una salvezza che sembrava ormai quasi impossibile, aggrappati all'ultima flebile speranza: acciuffare il Prato - e dico il Prato - battendolo in casa all'ultima di campionato, per poi giocarci tutto in un eventuale spareggio.
Ricordo poco o niente di quella partita. Solo una paura troia ogni volta che la palla superava la nostra metà campo. E il cuore in gola quando i nostri attaccanti si avvicinavano alla porta avversaria.
Tanti tifosi italiani, pochi mesi dopo, avrebbero rischiato l'infarto per i calci di rigore nella semifinale - malamente persa - con l'Argentina dopo le Notti Magiche di Italia '90. Non io, piccolo biancorosso: avevo già dato abbastanza quando, per due volte in quella partita, si era presentato sul dischetto il nostro libero, Luca Chiappino - e dico Chiappino. Per me, il più forte rigorista di tutti i tempi, senza dubbio. In mezzo, un colpo di testa in apnea di Giuseppe Maria Butti, che una volta tanto la buttò dentro, tenendo fede al suo cognome (per la cronaca, appena 3 gol in tutto nelle sue 28 presenze in biancorosso, ma questo vale almeno come 30).
Quanta sofferenza, quell'anno... Ma quanta gioia, quella domenica, e nel seguente spareggio di Ferrara...- di cui magari racconterò una delle prossime volte.
A chi sta soffrendo come me, oggi come allora, dedico questo filmato. Nella speranza che la storia e le emozioni possano ripetersi.

2 commenti:

  1. Si però con il Prato due rigori e due gol, con la Nocerina due rigori e zero reti...speriamo questo post non porti troppa sfiga!
    A proposito del giorno della sfida contro la Nocerina: complimenti, auguri e in bocca al lupo!

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    1. Grazie Giovanni! In effetti la storia del confronto-rigori in queste due partite ci dovrebbe spingere alla disperazione. Ma più che alla cabala io continuo a credere in un Menti che all'ultima partita torni ad essere un uomo... e mezzo in campo! Di sicuro non ci saranno i 18 mila che c'erano dodici anni fa, ma spero che quelli che vengono, tanti o pochi che siano, si facciano sentire per tutta la partita con il Bari gridando come indemoniati!

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Vedo questo gol e penso...