sabato 7 dicembre 2013

Per chi suona la sirena

Dicevano che fosse un ex giocatore. Le battute facili e ingenerose si sprecavano. Simone Tiribocchi, detto il Tir, da quando era arrivato a Vicenza non era mai riuscito a far vedere i colpi che lo avevano reso negli anni precedenti un avversario temuto e quasi sempre letale. Tante volte lo avevamo visto suonare la sirena del Tir per festeggiare un gol segnato al Menti con la maglia dell'Atalanta o del Lecce.
A noi, purtroppo, sembrava essere capitato un camionista ormai in pensione.
E invece, il vecchietto, a 36 anni qualche colpo in canna ancora lo ha. Magari non correrà per novanta minuti a perdifiato, ma sa ancora come si butta dentro, eccome.
Si vedano le due prodezze in serie contro Lumezzane (16 novembre 2013) e Savona (23 novembre 2013). Due tiri al volo di rara bellezza, entrambi su assist al bacio di Jadid.
Adesso, anche le altre squadre di questo campionato sono avvisate.
Perché quando il Tir scende in campo, prima o poi c'è sempre il rischio di sentir suonare la sirena...

Il gol al Savona è nel video qui sotto; quello contro il Lumezzane si può vedere cliccando qui.


lunedì 25 novembre 2013

Lazarevic, basta la parola

Chissenefrega delle immagini? Chissenefrega di come ha segnato?
Per godere in diretta come ho fatto io, basta riascoltare il commento di Tutto Il Calcio Minuto per Minuto.
Verona zero, Chievo uno.
Minuto 92.
Il Verona dei miracoli perde il 23 novembre 2013 il derby scaligero, che ritorna in serie A dopo undici anni, contro il Chievo ultimo in classifica.
"L'eroe del Bentegodi si chiama Lazarevic, al novantaduesimo minuto!". Massimo Barchiesi, ti voglio bene.
Mettetevi comodi, andate al minuto 4.10, alzate il volume, e godetevi lo spettacolo.
Gol di Lazarevic - radiocronaca in diretta

martedì 15 ottobre 2013

Gigi, nostalgia canaglia

Si può provare una nostalgia canaglia per qualcuno che non si è mai conosciuto o qualcosa che non si è mai vissuto personalmente? Sì, se il racconto dei testimoni è così vivido, emozionato ed emozionante che riesce a coinvolgerti totalmente.
Limitandoci ai ricordi calcistici, la mia nostalgia più canaglia è sempre stata dedicata al Real Vicenza di Gibì Fabbri, secondo molti una delle squadre più spettacolari viste in Italia negli ultimi quarant'anni. Ci siamo mancati di poco, io e il Real Vicenza: il triennio d'oro biancorosso è andato dal 1976 al 1979, e io sono nato proprio nell'ottobre di quell'anno. Ma mio papà e mio zio, che al Menti in quei campionati hanno avuto la fortuna di esserci, fin da piccolo mi hanno raccontato entusiasti le gesta di giocatori come Rossi, Filippi, Carrera, Cerilli, diventati così i mitici eroi del mio epico mondo calcistico solo immaginato.
Più recentemente, quando per qualche anno ho abitato a Torino, ho avuto modo di respirare e sentir raccontare altre storie calcistiche epiche e affascinanti, stavolta a tinte granata. Una è l'epopea del Grande Torino e dello stadio Filadelfia. E se esistesse una macchina del tempo, confesso che pagherei una discreta cifra per poter vedere una partita di quella squadra straordinaria in quello stadio straordinario. Personalmente, però, sono affettivamente ancora più legato all'altra epica e tragica storia granata: quella che racconta di un ragazzo fuori dal comune, non solo per il suo talento, morto mentre attraversava la strada quando aveva appena 24 anni, proprio il 15 ottobre di 46 anni fa. Quel ragazzo si chiamava Gigi, Gigi Meroni. Aveva sempre il numero 7 sulle spalle, lo stesso che indossavo io da ragazzino. Aveva un animo d'artista in campo e fuori: si inventava dribbling e gol fantastici, dipingeva, amava i Beatles, disegnava da sé gli abiti che indossava, girava per il centro di Torino con una gallina al guinzaglio. Un genio ribelle, una simpatica canaglia. Ecco, per questa canaglia io ho imparato a provare una profonda nostalgia canaglia. Perché se quella maledetta sera d'ottobre Gigi Meroni non fosse stato investito, chissà quanti altri gol ci avrebbe regalato come questo geniale, assurdo tiro a giro inventato dal nulla in un Inter-Torino del marzo 1967 (dopo venti secondi dall'inizio del filmato qui sotto). Il coniglio è uscito dal cilindro, ed è andato a volare morbido proprio sotto il sette. Già, il suo sette. Ciao Gigi, quanto ci manchi.

lunedì 23 settembre 2013

Lorenzo il Magnifico

Lorenzo il Magnifico non abita a Firenze e non gioca per la Fiorentina.
E' uno scugnizzo napoletano che sta facendo impazzire i tifosi all'ombra del Vesuvio. Splendido profeta in patria, Lorenzo Insigne in campo regala magie come questa punizione in Champions League contro il Borussia Dortmund del 18 settembre 2013.
Se quest'anno il Napoli può davvero sognare in grande, il merito è anche di questo piccolo, magnifico attaccante.
Quant'è bella giovinezza!...

lunedì 2 settembre 2013

Verona superstar? Andiamoci Pjanic...

Da ieri, 1 settembre 2013, sto cominciando a rivalutare gli effetti della retrocessione del mio amato Lane in serie C e della contemporanea promozione in serie A del Verona.
Intendiamoci, ci vuole davvero uno sforzo titanico: se penso che i gialloblu la settimana scorsa hanno rifilato due banane al Milan, in un Bentegodi portato all'estasi da orgia calcistica grazie a una doppietta di quello stesso Luca Toni che i primi gol in serie A li ha festeggiati proprio in maglia biancorossa, gli zebedei tornano subito a vorticarmi furiosamente e cado in depressione.
Eppure, proprio dopo questa prestigiosa vittoria, in riva all'Adige molti avevano già iniziato a bullarsi con spocchia urticante, manco avessero già rivinto lo scudetto.
Gialloblu superstar come nell'85? Andiamoci Pjanic, ragazzi...
Mi sa che quest'anno toccherà a voi masticare amaro più di una domenica, trovando avversari come questo genio slavo, che dal niente ti inventa un pallonetto così, facendo fare la figura del poro mona al portierone veronese Rafael. 3-0, silenzio e orecchie basse: la Roma vi ha ridicolizzati, boriosi cugini.
Qualche ora dopo, invece, noi al Menti contro il Pavia sembravamo il Real Madrid, e Mustacchio era il nostro imprendibile Bale.
Una volta tanto, pare che giocheremo davvero per vincere, anziché per non perdere. Questa serie C comincia quasi a starmi simpatica...

martedì 18 giugno 2013

O Rei

Quella sera il piccolo Andrea faceva fatica ad addormentarsi.
"Papà, mi racconti una bella storia?"
"Va bene! Che storia ti piacerebbe?"
"Quella in cui io divento un calciatore famoso...".
"Allora vediamo... Quella sera il bravissimo Andrea Pirlo si preparava a giocare una partita molto importante: per la centesima volta avrebbe indossato la maglia della Nazionale. Ormai era un calciatore così famoso che anche lì, nel Tempio del Calcio Sudamericano, il mitico stadio Maracanà di Rio de Janeiro, tutti lo conoscevano e lo ammiravano. In particolare era diventato un idolo per la sua precisione nel tirare i calci di punizione dai venti metri. Così, quando nella partita tra Italia e Messico della Confederations Cup l'arbitro fischiò una punizione per l'Italia, dalle tribune del Maracanà iniziò a levarsi un coro che lo invocava a gran voce: Pirlo! Pirlo! Pirlo! Tutti si aspettavano un'esecuzione memorabile del maestro. Andrea sistemò il pallone con cura, prese qualche passo di rincorsa, e con una parabola disegnata mandò il pallone ad infilarsi sotto l'incrocio dei pali. Tutti si alzarono in piedi per applaudirlo, acclamandolo a gran voce, e lui si voltò verso il pubblico felice come non mai: era diventato il re, 'o rei del Maracanà.... Andrea, ma mi stai ascoltando? Guardalo, si è già addormentato e sorride beato....".
Sogni d'oro, piccolo Andrea! Chissà, magari un giorno questa favola potrebbe diventare realtà. O magari lo è già diventata...



lunedì 10 giugno 2013

Il mo nuovo romanzo

Piccolo spazio autopromozionale.
E' stato pubblicato in formato e-book Era un'estate senza tormentone, il mio nuovo romanzo.
Utilizzo questo spazio per dare qualche spunto a chi fosse incuriosito e rispondere ad alcune 'domande frequenti' al riguardo.

1. Che storia racconta?
Potete farvi un'idea guardando il book-trailer 'casereccio' che ho preparato

In alternativa, ecco il link diretto alla scheda di presentazione sul sito dell'editore.
Qui invece potete leggere gratuitamente in anteprima le prime 14 pagine.

2. Dove lo posso acquistare?
Il download è disponibile da tutte le principali librerie online. Il costo promozionale fissato dall'editore è di 1 euro e 99 centesimi per il periodo di lancio (fino al 6 luglio), successivamente dovrebbe alzarsi di un euro (2,99).
Questi alcuni link diretti per comprare il libro su:
Amazon iTunes GooglePlay IBS IlLibraio Feltrinelli Rizzoli Mondadori Kobobooks Bookrepublic Mazy Ebookizzati Txtr Unilibro Deastore Cubolibri Omniabuk

3. Non ho un tablet o un e-rader, ma solo un computer. Posso leggerlo lo stesso?
Certo! Se lo avete scaricato  in formato Kindle (che in genere è quello disponibile ad esempio su Amazon), vi basterà scaricare gratuitamente Kindle per pc (ma state attenti ai sistemi operativi supportati!). Se avete effettuato il download del formato epub o pdf, invece, vi suggerisco di scaricare gratuitamente questo programmino Adobe che in un attimo vi consentirà di leggerlo molto comodamente sul monitor del vostro computer. Certo la carta è un'altra cosa, ma vi assicuro che non si va affatto male.

4. Ma non esiste il libro 'vero' di carta?
Al peggio non c'è mai fine:
è uscito il mio nuovo romanzo
Al momento no. Per ottenere la pubblicazione in e-book da parte del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol - uno dei maggiori in Italia, che controlla marchi come Garzanti, Longanesi, Guanda, Salani - il romanzo ha superato una selezione tra 1109 inediti, dai quali dopo un lungo processo di letture e votazioni sono emersi 30 finalisti che hanno ottenuto la pubblicazione in e-book nell'edizione 2012 del concorso letterario IoScrittore. Solo uno dei finalisti è già stato pubblicato anche in cartaceo. Gli altri 29 - tra cui il mio - hanno ottenuto un'opzione ventennale: il Gruppo Editoriale, sulla base dell'interesse-successo che incontrerà l'e-book, potrà decidere da qui ai prossimi vent'anni di pubblicarlo anche in forma cartacea per una delle sue case editrici. Quindi, se proprio avete voglia di leggerlo sulla carta, l'unico modo per renderlo possibile è acquistarlo e farlo acquistare in digitale.

Grazie a tutti e... buona lettura! - o almeno lo spero.
Per insultarmi, potete liberamente commentare questo post cliccando sulla scritta 'commenti' proprio qui sotto.

martedì 4 giugno 2013

Yesterday

Eh già, aveva ragione Paul Mc Cartney: "Yesterday all my troubles seemed so far away...".
Il presente, invece, è un incubo calcistico che pare senza fine. Devo ancora riprendermi dalla peggiore giornata da tifoso biancorosso che ricordi: il Vicenza retrocesso in serie C, il Verona promosso in serie A. Non nello stesso campionato - e sarebbe già stato un dramma - ma lo stesso giorno e alla stessa ora. E questa è un'autentica tragedia.
Non mi resta allora che aggrapparmi ai ricordi di ieri, o meglio dell'altro ieri, quando il Vicenza già non faceva più sognare, ma perlomeno si poteva ancora godere delle cocenti disgrazie gialloblu.
Ho già avuto modo di celebrare in un post precedente la festa del 9 maggio 2010, quando il Verona perse in casa una partita imperdibile contro il Portosummaga e rimase condannato ad un altro anno di serie C.
Ma come ci era precipitato in serie C il Verona, dopo 64 anni vissuti nelle categorie superiori?
Questa storia meravigliosa fu scritta nel giugno 2007, al termine dei playout tra l'Hellas e lo Spezia.
Le cronache dell'epoca narrano di un ritorno al Bentegodi in cui furono decisive le parate di Santoni per consentire al fortino ligure di portare a casa il vitale 0-0.
Io però ricordo di avere avuto un'esultanza smodata quando, alla radio, sentii la cronaca del gol di Do Prado che decise il match d'andata al Picco (2-1 per i liguri il 15 giugno 2007).
In rete l'unico filmato 'live' con gli effetti dello stadio è questo pippone con tanto di formazioni iniziali. Il gol dell'airone nero (già, proprio un altro giocatore di colore a umiliare i gialloblu, come e più di Weah: che fantastica nemesi!) è al minuto 2:15.
All'epoca avevo una fidanzata nata a La Spezia, e mi parve un segno del destino. Credo di avere avuto la certezza proprio in quell'istante che sarebbe diventata mia moglie.


giovedì 16 maggio 2013

All'ultimo respiro

Il Chelsea non può starmi simpatico.
Non può, perché nel 1998 ci ha rubato una finale di Coppa delle Coppe che avremmo strameritato, condannandomi ad una delle peggiori notti in bianco della mia vita biancorossa.
Ma ieri, 15 maggio 2013, un giocatore del Chelsea è entrato nella storia del suo club da grandissimo protagonista, e devo dargliene atto.
Non è questione di culo se all'ultimo respiro di una finale europea riesci a centrare il colpo di testa perfetto, per entrare in paradiso e mandare gli avversari all'inferno. Ivanovic ha fatto un gol da campione vero - per gesto tecnico, atletico e determinazione - e gli tributo l'onore che merita anche un nemico, quando si dimostra tale.
Poveracci, però, quelli del Benfica. Biancorossi come noi. Sconfitti come noi. Immeritatamente come noi.
Già, ma loro tra un anno o due potranno riprovarci, a vincere un'Europa League.
A noi, invece, quando mai ricapiterà?

martedì 9 aprile 2013

Totò Sceicco

Non ha fatto "tre anni di militare a Cuneo", come recitava in una celebre battuta il suo celeberrimo, omonimo e conterraneo attore, ma nove di grande calcio a Udine. Professione: superbomber.
A 35 anni suonati, Totò Di Natale resta uno dei migliori in circolazione.
Anche domenica scorsa, il 7 aprile 2013, ha deliziato tutti noi che amiamo il pallone con questo sopraffino tiro al volo di sinistro che ha fatto secco il povero Puggioni in Udinese-Chievo 3-1.
Il suo allenatore, Francesco Guidolin, ha detto che è stato un gol "alla Van Basten", riferendosi ovviamente a questo gol leggendario.
Paragone senz'altro appropriato e lusinghiero.
Io, però, credo che il commento più calzante sia proprio quello del suo celeberrimo, omonimo e conterraneo attore. 1950-2013: oggi come allora, è sempre Totò Sceicco.

mercoledì 27 marzo 2013

Lasciatelo segnare

Quando Mario fa il Super, non ce n'è per nessuno. Neanche per il Brasile.
Va bene, l'amichevole di Ginevra tra l'Italia e la Nazionale verdeoro del 21 marzo 2013 non vale certo come una partita di Coppa del Mondo.
Ma ci vogliono classe, carisma, coraggio e consapevolezza  - oltre alla giusta dose di culo, altro elemento fondamentale in questo concentrato di fattore c - per decidere di provare un tiro da lontano così, sapendo che tutti sono lì pronti a criticarti proprio perché ti chiami Balotelli e hai quel fare da bullo di periferia che ti rende antipatico al mondo.
Per quel che mi riguarda, finché in Nazionale gioca e segna così, lasciatelo essere antipatico e sbruffone quanto gli pare.
Sai che ridere se tra un annetto o giù di lì fosse ufficialmente dichiarato "persona non gradita" in Brasile, dopo aver segnato un gol del genere in una partita dei Mondiali 2014, magari proprio al Maracanà e contro la Seleçao?
Lasciatemi sognare.
Lasciatelo segnare.
E' un italiano: un italiano vero - e nero.
(Con sentiti ringraziamenti a Toto Cutugno).

martedì 19 febbraio 2013

Eroe per caso

Ancora non ci crede, neanche lui.
Che il Vicenza terz'ultimo potesse vincere due trasferte di fila a Verona e Brescia, le uniche due squadre ancora imbattute in questo campionato, non lo avrebbe creduto nemmeno il più ottimista dei tifosi biancorossi.
Che poi il secondo, vitale 0-1 consecutivo sarebbe arrivato grazie ad un missile terra-aria di Nicolò Brighenti, professione difensore, zero gol in carriera fino a sabato 16 febbraio 2012, non lo avrebbe creduto neanche lui.
E invece è tutto vero: si veda il filmato e ci si stropiccino gli occhi.
Un certo Francesco Totti, qualche ora più tardi, in quello stesso giorno, ha segnato con una botta molto simile contro la Juve. E ovviamente tutti quelli che ne sanno di calcio hanno iniziato a profondersi in elogi speritcati, ché solo un campionissimo come il Pupone poteva firmare una prodezza del genere, questa è classe cristallina e inimitabile, giù il cappello.
Date fiato alle trombe, continuate a lodare il vecchierello di indubbio talento per uno dei tanti colpi di classe della sua luminosa carriera.
Io mi tengo stretta la risata incredula del giovane Brighenti, difensorino quasi sbarbatello con i piedi tutt'altro che aggraziati, che al Rigamonti ha sfoderato un colpo da fuoriclasse, come forse mai gli ricapiterà nella vita.
Nicolò, eroe per caso, stanne pur certo: io il gol di Totti me lo dimenticherò tra due settimane, ma la tua perla del Rigamonti la ricorderò con gioia, gratitudine e goduria per tutta la vita.


martedì 12 febbraio 2013

Siamo ancora vivi!

Era da un bel po' che non godevo così.
Perché dentro il missile scagliato da Franco Semioli sotto la traversa al 75' di Verona-Vicenza sabato scorso (9 febbraio 2013) allo stadio Bentegodi, ci sono tante cose.
C'è la rabbia di una squadra che quest'anno ha perso tanto, troppo, anche oltre i propri - molti - demeriti.
C'è la voglia di riscatto di un giocatore che finora aveva deluso un po' tutti, se stesso per primo, perché in serie B è uno che può e deve fare la differenza.
C'è l'orgoglio di una tifoseria che nonostante tutto non si rassegna, ma lotta e soffre fino a quando il cuore biancorosso continua a battere.
Dopo la sconfitta in casa con la Juve Stabia, sembrava di essere nella sala operatoria vista in mille telefilm, nel momento in cui il battito del paziente si arresta: "Dottore, lo abbiamo perso?".
No, ragazzi. Questo Vicenza non è ancora morto.
E lo ha dimostrato nel momento migliore, quello che ogni sceneggiatore avrebbe scelto.
Non una partita qualsiasi, ma la Partita, il derby con il Verona.
Non un derby qualsiasi, ma un derby in trasferta giocato da strasfavoriti: i gialloblu terzi e lanciati verso la serie A, noi terz'ultimi e dati ormai per spacciati alla retrocessione.
Un derby in cui abbiamo giocato con il cuore e l'umiltà di chi sa di dovere ringhiare contro avversari evidentemente più forti e più sereni, in uno stadio ribollente che reclamava la nostra testa come si faceva per i gladiatori al Colosseo. Ci siamo chiusi a difesa della nostra area come se fosse Fort Apache, sapendo di dover sfruttare quella che poteva essere forse l'unica occasione buona per uccidere il nemico.
Eccolo lì, lo spiraglio, l'unico angolo per scagliare la freccia mortale.
Franco Semioli lo ha visto all'improvviso, quando mancava un quarto d'ora alla fine, e ha colpito forte, deciso, spietato.
Quel pallone che si è inchiodato sotto l'incrocio, aveva dentro di sé l'urlo perentorio di Semioli, dei suoi compagni, di mister Dal Canto, di tutti i tifosi vicentini.
"Siamo ancora vivi!".



lunedì 21 gennaio 2013

Una Nuova Speranza

Il primo storico Guerre Stellari, quello del 1977 in cui Luke inizia il suo addestramento jedi con Obi One Kenobi, nell'ambito della saga completa ha ricevuto come sottotitolo Una Nuova Speranza.
Luke, infatti, rappresenta la speranza per le forze del Bene oppresse dal Male di poter contare su un nuovo supereroe, un cavaliere jedi, razza che si temeva ormai estinta per sempre.
Per me e per tutti i tifosi del Vicenza, in questo ennesimo anno di disgrazie sportive, la Nuova Speranza viene - pensa un po' - dal Verona, ed è un attaccante nato in Bulgaria che risponde al nome di Valeri Bojinov.
Ora, nel girone d'andata io sono già rimasto scottato dal fuoco di paglia Malonga - ma come i bambini spero ancora che presto o tardi il mio eroe preferito torni a spaccare il culo ai nemici.
Dunque dovrei andarci cauto.
Il problema è che di Bojinov io mi sono già calcisticamente innamorato il 27 ottobre 2004, quando con la maglia del Lecce il giovanissimo centravanti bulgaro rifilò questi due gol all'Inter, molto diversi tra loro: una bordata terrificante e un tocco sottomisura delizioso. Potenza, tecnica e fiuto del gol: cosa vuoi di più da un attaccante? La mattina dopo feci partire immediatamente l'offerta via mail per comprarlo al Fantacalcio.
Lo so, sono passati tanti anni e il nostro bomber ha fallito tante, troppe occasioni per dimostrare il suo valore in tante, troppe piazze importanti: Juve, Fiorentina, Manchester City, Sporting Lisbona.
Però io voglio, devo credere che il talento sia ancora lì, cristallizzato, pronto ad esplodere. Perché oggi più che mai, a Vicenza, abbiamo bisogno di uno jedi.